#ClassiciDaRiscoprire “A Venezia... Un dicembre rosso shocking”  

Dalla rubrica #ClassiciDaRiscoprire 

“Don't look now”, o come è stato tradotto in italiano “A Venezia... Un dicembre rosso shocking”  è diventato ormai un classico horror, un cult horror degli anni ‘70 (precisamente del 1973).  

Diretto da Nicolas Roeg, il film non ha avuto un immediato successo. Soprattutto erano state criticate le interpretazioni dei due attori principali, ovvero Donald Sutherland e Julie Christie.  

Il film parla di una coppia inglese –i Baxter - che si trasferisce a Venezia per il restauro della Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli a seguito della morte prematura della figlia minore.  La figlia era morta annegata e quindi la scelta di trasferirsi a Venezia rappresenta una terapia shock:  i richiami all’evento e il riemergere dei ricordi per la modalità della tragica scomparsa sono un elemento ricorrente in tutto il film.  

Ma non c’è solo la componente dell’horror psicologico, ci sono anche una serie di personaggi che rendono il film anche un thriller.  Troviamo una medium, che compare nella narrazione fin dall'inizio, la quale dice di aver visto la bambina morta accanto ai genitori e li avverte di un pericolo imminente. Poi c'è la figura del Commissario di polizia, alla ricerca di un assassino che si aggira in laguna. C'è la figura del vescovo che ha incaricato il signor Baxter del restauro della Chiesa di San Nicolò, che pare sia una figura ambigua e non si sa esattamente che cosa nasconde. Infine, il direttore dell'albergo in cui sono ospitati, che sembra avere qualche affare losco che lo perseguita.  

Ci sono alcune curiosità che spero vi facciano venire voglia riscoprire questo classico.  

La prima riguarda la location: ovviamente girare a Venezia è molto complicato e riuscire a trovare i luoghi giusti per questo film è stato molto, molto difficile. È stato difficile anche trovare la Chiesa, che è il motivo del trasferimento dei coniugi Baxter. E solo all'ultimo, quando si stava per perdere le speranze - si stava addirittura per costruire una chiesa ad hoc - il regista riesce a trovare la Chiesa di San Niccolò, che era effettivamente in restauro in quel periodo.  

Un'altra curiosità che riguarda sempre location della Chiesa. Il restauro di quest’ultima era gestito una Fondazione inglese ancora operante a Venezia, Venice in Peril; nel film c'è un caso di product placement notevole perché vediamo un'inquadratura a camera fissa di almeno 5 secondi sull'insegna “Venice in Peril”.   

Un'altra curiosità riguarda la colonna sonora: è stata composta da Pino Donaggio, veneziano dell'anno 2017, e la canzone “Dicembre a colori” è stata interpretata da Iva Zanicchi.  

Un’ultima curiosità riguarda una delle scene del film, quella in cui Donald Sutherland, il signor Baxter, cade dall'impalcatura mentre sta cercando di inserire alcuni mosaici su una parete della Chiesa. Quella scena è stata girata da Sutherland in persona poiché lo stuntman si era rifiutato di girarla, dal momento che non tutte le norme di sicurezza erano state rispettate. (Oggi possiamo dire che anche Sutherland avrebbe dovuto rifiutarsi perché ogni produzione deve garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti) 

Questo film mostra dei luoghi di Venezia insoliti, tant'è che c’era una volontà esplicita del regista di non fare il solito documentario turistico, ma qualcosa che si allontanasse il più possibile dall’immaginario da cartolina di Venezia.  

Consiglio di vedere questo horror -che non è un horror per le persone amanti degli effetti speciali ma più un horror per le persone che cercano un modo un po’ più lento e contorto di avere paura- perché ha saputo frantumare la patina romantica di Venezia e sostituirla con un’aura inquietante che pervade l’intera città

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